Coccole 2016 – Il racconto del viaggio.


Coccole 2016 – Il viaggio

Solo quando comincio a raccontarvi il mio viaggio mi rendo conto che, ahimè, è finito….

.Partito il 25 dicembre per Bangkok, poi altri due voli per il sud del Laos, 4 ore di macchina e infine paio d’ore di barca (direi zattera più che barca). Finalmente sono rrivato a Don Sahong, un’isola sul fiume Mekong, nel monastero dell’isola vivono 14 ragazze tra i 12 e 15 anni tutte con figli nati dopo aver subito violenze sessuali.
Vivono insieme ai figli in una stanza. Se la cavano coltivando la terra e allevando qualche animale domestico. La zona e’ famosa per la tessitura  della seta e alcune di loro sanno anche tessere ma non hanno telai.
Cosi’ ho inziato gli acquisti: 2 nuovi telai per la seta (provati da me!), materiale per tessere per almeno paio d’anni, 12 galline, un maiale, televisori, stuoie, una lavatrice gigante, una caldaia per l’acqua , un motorino, stoviglie e pentole. Poi per i piccoli – adorabili, alcuni con tratti visibilmente bianchi – tanti giochi, vestiti e una scorta di pannolini.
Sono state dolcissime le ragazze, sempre un po’ sospettose verso quel bianco che regala tanto ma non vuole niente in cambio (a parte il caffè che è buonissimo in Laos).
Dopo 3 giorni l’addio con una mega cena (ci sono ricette nuove in arrivo!) e un abbraccio che vale tutta la fatica per arrivare. Spero solo che un giorno capiranno che i bianchi non sono tutti uguali, la vedo duro ma lo spero lo stesso.

Su un’altra isola distante circa 3 ore di barca, sempre la stessa di prima, nel villaggio di Sanamxai, si trova un orfanotrofio con 25 bambini tra i 5 e i14 anni , semplicemente abbandonanti dalle loro famiglie causa povertà (almeno e’ quello che ho capito io).
Ospiti del monastero,  vivono grazie agli aiuti della gente dei villaggi dell’isola. I monaci si fanno in quattro per educarli, ma con i mezzi che (non) hanno fanno fatica a dirigere la banda di bambini adorabili.
E aua entro io e la tecnologia…. televisori, dvd, iPad (di dubbia provenienza ), biciclette, computer e un bel po’ di palloni da calcio .
Non mancano ovviamente i vestiti , zaini, quaderni per un po’ di studio con i monaci.
Dopo tutti questi doni, erano stranamente tranquilli e molto più felici…(io molto di più!)

Dopo un lungo viaggio, attraversando le montagne, sono arrivato a Mok Cham Pae, al confine tra Thailandia e Birmania , posto di una bellezza indescrivibile, ma qua purtroppo finisce il bello, 140 (si 140!!!!) bambini tra i 2 e i12 anni, con faccine tristi e scure: la prima cosa che noti e’ il silenzio inquietante.
Tutti hanno subito violenze sessuali e poi sono stati abbandonati in strada dai loro sfruttatori. I monaci li accolgono nel loro monastero e cercano di assisterli più che possono (alcuni sono molto violenti e diffidenti).
Arrivando la’, ho visto delle donne anziane bellissime con i costumi tradizionali che lavoravano al monastero: mi è stato spiegato che al confine ci sono alcuni villaggi della tribù dei Karen,che hanno praticamente come missione aiutare questi ragazzi. I Karen, a loro volta sono stati per anni perseguitati dal governo burmese e sono stati cacciati al confine con la Thailandia. L’ho trovata una cosa di rara umanità, l’aiuto fra gli ultimi. Da imparare .
Non sapevo dove iniziare, sono tanti bambini, per fortuna quest’anno siete stati molto generosi e così c’erano un sacco di soldi da spendere…
Davvero gli ho comprato di tutto (bici, giochi, elettrodomestici per il monastero, TV, computer, farmaci, vestiti, scarpe), insomma non gli ho fatto mancare niente, ma nonostante tutto ciò, nessun sorriso da parte dei bimbi. Solo sguardi tristi e persi. E’ duro a vederli così, credetemi.
L’ultimo giorno un bimbo, Ramdi, di 5 anni, si è avvicinato ed è venuto con noi in città a fare shopping, ma alla fine la giornata e’ stata dedicata praticamente solo a lui: giro sulle giostre, tuffo in piscina, gelato e patatine.
Alla sera prima di andare a dormire ha detto al Monaco questa frase: “
Chuan yak hai khun pen khun phor khong chuan”, il Monaco me l’ha tradotta: “domani pregoche dio ci mandi un papà come lui così sarò sempre felice”.
Io invece prego dio che mandi loro la forza di andare avanti,ne hanno tanto bisogno!
Si era addormentato, l’ho baciato e poi sono partito.
Fine.

Grazie di cuore per il vostro sostegno: senza, davvero non potrei fare nulla.
Nir

 

IMG_0006 IMG_0008 IMG_0010 IMG_0011 IMG_0011[1] IMG_0012 IMG_8278 IMG_8632 coccole16

Coccole 2016 – Il racconto del viaggio.ultima modifica: 2016-01-19T11:01:48+01:00da coccoledinir
Reposta per primo quest’articolo