Coccole 2021

 

Dovevamo festeggiare il diciottesimo compleanno di e invece nemmeno il viaggio si potrà fare.

Il progetto per quest’anno prevedeva una visita in tre monasteri lungo il confine tra Laos e Myanmar ma purtroppo i paesi del sud est asiatico (pur essendo poco colpiti dal virus, per fortuna) hanno chiuso le frontiere dall’inizio della pandemia fino a data da destinare.

 In mancanza di turisti, tante famiglie sono rimaste senza lavoro e senza la possibilità di mantenersi, di conseguenza le donazioni (cibo e soldi) ai monasteri si sono ridotte e la loro sopravvivenza diventa sempre più precaria. Dal Myanmar il mio amico monaco Chai mi racconta che, oltre i 155 bambini che accudiscono nel monastero, ora devono anche sfamare alcune famiglie.

Quest’anno, per la prima volta, ho mandato denaro a Chai per acquistare i generi di prima necessità e per poter mandare avanti la vita nel monastero di Lai Zar. Continuerò a farlo finché la situazione non mi permetterà di tornare tra di loro.  

Il viaggio di quest’anno purtroppo non si farà, ma la maglietta e un grembiule ci saranno sotto l’albero, entrambi con un disegno di bambini che cavalcano una balena (portafortuna) realizzato da La Bigotta.

Mi mancano i loro sorrisi e il loro affetto, sono pronto a partire, spero in primavera e/o in estate.

Vi sono infinitamente grato per avermi sostenuto per diciotto anni e spero per tanti altri ancora.Nir

Come contribuire: Ass. Coccole Onlus, Iban: IT63L0521601630000004464841

Potete seguirci sulla nostra pagina facebook: https://www.facebook.com/coccoledinir

finito

 

Coccole 2020 – Myanmar.

Coccole 2020 – Myanmar

Finito il viaggio di Coccole, avevo bisogno di riposare due giorni prima di scrivere e rivivere questa esperienza che, come al solito, mi lascia sempre giù (per essere euforico …).
Dopo un viaggio di 32 ore da Milano sono arrivato nel villaggio di Namkahn, nel nord ovest del Myanmar vicino al confine con la Cina, dove si trova un monastero con 27 ragazze tra i 12 e i 16 anni, tutte madri a causa degli stupri subiti dai soldati birmani (al nord c’è una guerra infinita tra le varie tribù birmane e i militari, molto complicato da capire).
Le ragazze sono felici, hanno un tetto sopra la testa, hanno da mangiare per loro e per i loro piccoli e 5 monaci che le proteggono oltre a gestire tutto, e non è poco!
Vivono in estrema povertà vendendo al mercato locale frutta e verdura del loro orto, e i guadagni gli bastano a malapena per sopravvivere.
Sono riuscito a ribaltare la situazione comprandogli di tutto: frigoriferi, televisione, letti, coperte (fa un freddo boia qua), scaldabagno, sanitari (usavano la turca prima), lavatrici, vestiti per loro e per i piccoli (che hanno tra i 2 mesi e i 5 anni), stoviglie per la cucina, cucina e tanti giochi per i piccoli.
C’erano due ragazzine di circa 12 anni incinte che avevano raggiunto da poco il monastero.
Le ho portate a fare una visita medica e, durante il tragitto, una delle due, Banai, mi ha raccontato un po’ della sua storia: era stata mandata a lavorare a casa di un generale, dove ha subito abusi e violenze da lui e dai suoi colleghi per 2 anni. Quando è rimasta incinta è stata cacciata di casa perché non serviva più e la sua famiglia l’ha rifiutata perché ne ha disonorato il nome e poi non possono comunque mantenere lei e il suo bambino in arrivo.Bella famiglia di M…

Dopo la visita medica e un mega pranzo siamo tornati al monastero, dove sono rimasto 4 giorni. Non riesco a spiegarmi come trovano la forza di sorridere sempre ….. ne ho da imparare ancora!
Andando più a nord (con un visto speciale concesso dal governo), sulle montagne, posto di una bellezza rarefatta, in un villaggio, Lai Zar, c’è una realtà che un po’ mi aspettavo ma non così….
155 bambini e ragazzi tra i 4 e i 14 anni e 15 monaci che fanno del loro meglio per aiutarli (senza riuscirci molto) .
Mi racconta Chai, uno dei monaci, che tanti sono vittime di abusi sessuali, sia da parte dei soldati birmani sia a causa del mercato del sesso; altri sono stati abbandonati dalle famiglie che non possono mantenerli, e altri sono orfani delle guerre fra le tribù locali.
Capisci subito la differenza: quelli abusati sessualmente stanno da parte, non parlano, non giocano; gli altri giocano, ridono e cercano compagnia, anche la mia.
Dopo la colazione, riso e verdura, tutti a studiare (alcuni diventeranno monaci) poi si lavora un po’ nell’orto e infine tempo libero per giocare.
La doccia si fa nel fiume. La temperatura a volte scende anche sotto lo zero, e non è proprio il massimo lavarsi con questo freddo, infatti c’è un odore nel dormitorio….
In generale il posto è molto trasandato, la struttura è di lamiera con bagni fatiscenti e cucina molto improvvisata.
Ogni bambino ha un lenzuolo e una scatola di ferro per custodire gli effetti personali, vuota praticamente….

C’erano due fratellini sempre mano nella mano; lei, la piccola, avrà 5 anni, lui 9, pieno di cicatrici su tutto il corpo, entrambi vittime di abusi sessuali; ho provato a dargli dei giocattoli ma, non appena mi sono avvicinato, lui si è messo davanti con i pugni stretti come per dire: non azzardarti ad avvicinarla . Ha preso i regali per entrambi e sono andati in un angolo a giocare.
I loro genitori sarebbero fieri di lui, io volevo solo abbracciarlo, ma niente, l’uomo bianco è sempre un mostro per loro.
Altri bambini sempre in un angolo con lo sguardo perso, spenti, sporchi e senza niente e nessuno al mondo; che futuro avranno?
Ho portato quasi 40 bambini in ospedale per fare delle visite (avevano segni visibili di violenza sul corpo) e c’era da controllare il non visibile, che è peggio. Mi sono fermato 2 giorni in ospedale con loro e poi
ho “affittato” due medici dell’ ospedale per venire con me a visitare tutti gli altri bambini (era più facile portarli là che portare tutti i bambini in ospedale).
Avrei voluto comprare molte più cose (soldi ce n’ erano grazie a voi!) ma nella zona l’offerta era limitata. Comunque lenzuola, lavatrici (4), scaldabagno, frigoriferi, tv, cucina, stoviglie, vestiti, scarpe, sanitari, pentole e tante altre cose hanno reso questo posto più accogliente, insomma più casa!
Gli unici giochi che ho trovato sono i palloni, un po’ di Barbie (ovviamente fake) e le corde per saltare. Volevo fare tanto il figo che sa saltare invece sono caduto come una pera (caviglia dolorante), ma almeno ho strappato una risata ai due fratellini che erano là vicino. E chi se ne frega del dolore ….
Sono stato con loro 9 giorni intensi, ma il sorriso dei fratellini è quello che mi rimarrà nel cuore. Questo per me è Coccole.
Grazie per avere la pazienza di seguirmi e condividere con me queste esperienze .
Ora, zoppicando ancora un po’, mi rilasso e rifletto….
Grazie ancora
Nir

P.s.
L’anno prossimo Coccole compie 18 anni…. festa ?

Coccole 2020 – Myanmar

Coccole 2020 – Myanmar

La bellezza incontaminata del Paese dorato, popoli affascinanti e misteriose tradizioni millenarie mi accompagneranno quest’anno in quelle remote regioni dove le grandi Ong non arrivano.

 

Ed è per questo che partirò dal Namhkam, a nord ovest, vicino al confine con la Cina,  e poi andrò a Huthi, a sud ovest, vicino al confine con la Thailandia. Proprio lì dove mi sono stati segnalati monasteri che accolgono bambini vittime del mercato del sesso, tristemente prospero.

Anche quest’anno ho tentato di contattarli, ma invano. E chissà, forse è meglio così: arrivo, vedo e mi attivo.

Come sempre, comprerò tutto il necessario sul posto (evviva il chilometro zero!);  gli farò le coccole, e proverò a far nascere un sorriso sui loro volti, la mia ricompensa per gli sforzi di un viaggio faticoso e struggente. Un viaggio tuttavia che crea dipendenza… e, se ogni anno posso ripartire, è proprio grazie al vostro importante sostegno.

Dopo la magia delle favole culinarie, dopo l’aroma del tè e il profumo delle spezie, con la collaborazione di Le Sauvage Decorateur, giocando con colori vivaci, abbiamo creato una coppia di tovagliette e una t-shirt per colorare le vostre giornate, ma soprattutto quelle dei miei bambini.

Il 25 dicembre  si parte, e so che siete con me!

Grazie con tutto il cuore.

Nir

Coccole 2019 – Il viaggio

Eccomi qui a raccontarvi il mio viaggio di Coccole, iniziato il 25 dicembre scorso.
Appena arrivato in Vietnam ho capito che che la mia sorpresa per i piccoli di Minh era a rischio: diluviava, e io volevo portarli al parco acquatico su mare (non hanno mai visto il
mare!) Ma ho organizzato tutto perché possano andare appena possibile. La casa nuova per i bambini (l’anno scorso il tifone aveva spazzato via tutto) era quasi pronta, mancavano le finestre, le porte e tutti gli arredi, tavoli, letti… Ho comprato tutto e nel giro di qualche settimana i bimbi potranno entrare nella loro nuova casa. Ormai sono diventati 60 (erano 31 la prima volta) con tanti nuovi neonati. La settimana scorsa sono stati trovati all’ingresso della pagoda due fratellini, uno di 2 anni e l’altro di 8 mesi, il piccolo con sindrome di Down, sempre abbracciati e inseparabili. Guardate la foto, ma come si può…fortunatamente ora sono al riparo nel cuore immenso di Minh. Dopo 4 giorni di diluvio sono partito per la Cambogia, dove quest’estate a causa delle alluvioni non ero riuscito ad arrivare. In un villaggio al confine con il Vietnam, in una pagoda che a me sembrava più una baracca, vivono 21 bambini di 8-12 anni, tutti maschi, trovati abbandonati lungo il confine. Vivono tutti in una stanza di 20 mq, di giorno lavorano nelle risaie e nell’orto.
Parlando con il capo del villaggio ho scoperto che c’era una casa abbandonata non lontana della pagoda. In cambio della mia promessa di sistemarla e’ stata regalata alla pagoda.
Porte, finestre, acqua calda, luce, gas, cucina, letti, lavatrice, armadi pieni di vestiti, tv, PlayStation, pc e l’immancabile karaoke, la casa in 4 giorni era fatta!
La faccia dei piccoli mentre entravano nella nuova casa era un po’ perplessa, ma quando hanno acceso la tv ho visto un piccolo sorriso verso di me, e per me è bastato.
Poi via verso il nord del Laos. Sapevo già che mi aspettava uno di quei posti duri, ma speravo non così tanto…Il posto è al confine tra Laos e Cina, sulle montagne. Per arrivare ci vogliono 4 ore di macchina da Luang Prabang, più 20 minuti di camminata.In una pagoda vivono 10 monaci che negli ultimi mesi hanno trovato lungo il confine circa 140 bambini dai due (!!!) anni ai 14, tutti vittime di abusi sessuali. Con l’aiuto delle donne di due villaggi vicini hanno accolto tutti, dandogli da mangiare e un posto per dormire.
Entrando nella pagoda ho notato subito l’estrema povertà e le pessime condizioni dei piccoli. Alcuni erano lì da un mese, altri appena raccolti dalla strada. Seduti o sdraiati a terra, con dei vestiti sporchi, alcuni con ferite mal curate, terrorizzati da tutto e con lo sguardo perso nel nulla. E poi quel silenzio tremendo a cui ormai dovrei essere abituato, ma nulla da fare, non riesco. Per i primi tre giorni abbiamo fatto avanti e indietro per portarli tutti all’ospedale, 2 ore più 20 minuti di camminata con i più piccoli in braccio. C’era un bambino di circa 8 anni che rideva e scherzava con tutti gli altri bambini, facendo le facce buffe, mi sono innamorato di lui è l’ho chiamato Fiorello. Un giorno che faceva le sue facce per divertire tutti l’ho abbracciato, a lui è sfuggito un urlo ed è scappato. Il giorno dopo, all’ospedale durante le visite, ho scoperto che la sua schiena era piena di bruciature, alcune ancora con pus. L’urlo questa volta l’ho fatto io, dentro. Che cazzo di razza di pervertito può fare una cosa così ad un bambino di 8 anni??? Ho dormito accanto a lui in ospedale per due notti, finché non l’hanno dimesso. Non ha mai pianto, rideva sempre facendo le sue facce buffe, ero io a piangere per lui.
Dimessi tutti ho cominciato ad organizzare gli acquisti, con 3 furgoni colmi di tutto ciò che si poteva comprare in quella zona. Per fortuna la pagoda è molto grande e c’è spazio per tutti e per tutto quello che ho comprato per loro. Ora hanno vestiti puliti (anche una lavatrice) stuoie per dormire, acqua calda, tv, giochi, una cucina nuova, pentole, piatti… insomma non ho badato a spese. E Fiorello? Mi ha concesso un selfie con una delle sue pose da attore, ma l’immagine della sua schiena non sarà facile da dimenticare. Ora sono a Bangkok a fare la doccia più lunga della mia vita…un po’ a ricordare, e un po’ a cercare di non farlo.
Grazie di cuore per avermi aiutato a fare tutto.

Nir

Coccole 2018 – Il viaggio.

Eccomi, dopo un silenzio di 9 giorni vi racconto questo viaggio di Coccole, è stata la prima volta che non vedevo l’ora che finisse.

Sono arrivato da Minh (la mia amica monaca) nel sud del Vietnam dopo un viaggio un po’ travagliato a causa di un tifone nella zona. Col precedente tifone il monastero dove vive con i suoi 52 bambini è stato completamento devastato. Tutto il lavoro (gran parte di Coccole) è stato distrutto, Minh mi aveva già mandato le foto prima, ma vedere le cose da vivo è tutta un’altra cosa. Tetti scoperchiati, finestre e porte sradicate, fango che distrugge mobili, abbigliamento e scorte di cibo, insomma rimane poco o niente. Quando ho saputo ho anticipato i soldi a Minh per accelerare i tempi fino al mio arrivo. Loro dormivano con il tetto coperto da sacchi neri e diluviava…

Si poteva recuperare poco o niente (e fidatevi di Minh che non butta niente!)

In una settimana abbiamo messo porte e finestre nuove, stanno finendo di mettere le tegole dove il tetto è ancora buono. Al posto di due strutture fatiscenti che erano andate distrutte abbiamo cominciato a costruire una casetta con tetto di cemento che servirà come stanze da letto (adoro il fatto che là si decide, e mezz’ora dopo stano già cominciando a lavorare, basta pagare, niente burocrazia).

Poi tutto il mobilio nuovo, cucina, letti, vestiti, divise per la scuola, biciclette, giochi per i piccoli, e altre miliardi di cose che io e Minh siamo andati a comprare al mercato. Il sorriso e la gioia di questa donna erano indescrivibili per aver visto rinato il posto. Non vi dico la mia di gioia… E i piccoli? Sono diventati ormai 52, due neonati di appena 10 giorni nell’ultima settimana! E’ bello vederli crescere grazie all’amore immenso di Minh e delle sue 4 novizie ed alcune signore del villaggio vicino. Un amore che i piccoli con il loro passato sfortunato sono stati fortunati a trovare.

E poi c’è Haie.

Vi devo raccontare la storia quasi incredibile di Haie. Una ragazza down di 11 anni che vive da 6 anni da Minh, la vedevo sempre ma non mi ha mai sorriso e nemmeno si è avvicinata a me, era sempre da sola. Abbandonata dalla nascita ha girato alcuni orfanotrofi, in uno di quelli è stata abusata sessualmente per lungo tempo. Poi è finita a casa di Minh. Non ha mai comunicato con nessuno ed era sempre isolata finché 8 mesi fa è stato trovato un neonato abbandonato all’ingresso della pagoda di Minh e

Haie praticamente l’ha adottato: lo cura come suo figlio (ha solo 11 anni!) lo tiene in braccio tutto il giorno, lo nutre e lo pulisce. Se provi a prenderlo in braccio, il piccolo strilla finché non lo prende Haie. E Haie? Da quando ha il “suo” piccolo ride, gioca , studia, riesce già a leggere e scrivere. E’ FELICE!!!

E se non è un miracolo questo…?! Lascio Minh e i piccoli, felice di riuscire a fare tanto per farli vivere come devono vivere i bambini.

Parto verso nord est al confine con il Laos. Un viaggio infinito in mezzo alle montagne verso Muong Xen. Dopo un bel po’ di fatica abbiamo trovato il monastero che a prima vista sembra un posto abbandonato. Silenzioso. Quel silenzio che conosco e che mi fa paura. Mi accoglie Hueng, il monaco più anziano della struttura. Dopo che gli ho detto chi mi manda mi offre una tazza di tè e mi benedice. Gli ho chiesto dove sono i bambini, era così silenzioso quel posto che pensavo ci vivesse da solo. Siamo entrati, e in due stanze enormi c’erano bambini e bambine, alcuni seduti, altri sdraiati con gli sguardi persi, visi inespressivi e tristi. Tutto in un silenzio assordante. Non parlano, non giocano, e nemmeno piangono.

Hueng mi raccontava che ogni settimana i monaci trovano altri bambini lungo il confine, e li accolgono per dargli un tetto e nutrirli. Vengono scaricati dai bracconieri del sesso lungo il confine, in una zona poco controllata, dopo che non sono più capaci di “lavorare” e di guadagnare nel mercato della pedofilia.

La cosa che colpisce di più sono i segni di violenza sul loro corpi piccoli. Ma che mente malata deve essere, per spegnere le sigarette su una bambina di 5 anni? Una visione assai pesante anche per me che pensavo di avere visto tanto, e invece…

C’era un bambino di circa 8-9 anni che era stato trovato da una settimana e rifiutava di mangiare e bere se non con la forza. L’ho accarezzato, ma lui tremava.

L’ospedale più vicino dista circa un paio d’ore, e così in tre viaggi abbiamo portato i bambini (purtroppo alcuni con la forza ) per visite e cure.

Siamo rimasti in ospedale per 4 giorni. Durante il giorno ero in giro con Hueng a fare compere per il monastero e qualche giocatolo per i piccoli ricoverati. Gli ho comprato tanti di quei dolci e giochi per renderli felici e meno soli in ospedale, ma questa volta purtroppo non è bastato.

Rientrando tre giorni dopo al monastero con i piccoli (tranne due che dovevano rimanere in ospedale per terminare le cure) abbiamo deciso cosa fare per rendere il monastero più vivibile per i bambini. Nel villaggio accanto ho comprato: letti, armadi, televisori, palloni, giochi, computer, biciclette ,vestiti, tablet e pure una PlayStation (farlocca ovvio). Inoltre le cose basilari: bagni nuovi, scaldacqua, lavatrice, cucina nuova e un bel po’ di scorte di cibo.

In tutti questi giorni che sono stato da loro (8) nessuno dei piccoli mi ha mai parlato, ma nemmeno guardato negli occhi, sempre chiusi in se stessi in silenzio.

L’ultimo giorno è rientrato il monaco che era rimasto in ospedale con i due ragazzi. Ma è rientrato solo con uno: il bambino che rifiutava di mangiare non ce l’ha fatta.

Hueng mi ha portato nella pagoda per pregare per l’anima del piccolo senza nemmeno un nome. Non potevo più trattenermi e ho pianto, forse per la rabbia o forse per la delusione di non riuscire a portare un sorriso a quei piccoli, una sensazione di fallimento della missione. Lo so che non lo è, ma mi sento così lo stesso. Non vado più al terzo posto programmato. Non riesco.

Il mio autista (adorabile) mi ha accompagnato ad Hanoi e quando è arrivato il momento di pagare non ha voluto i soldi, dicendomi che si sentiva parte della missione e che è stato onorato di farlo con me. Altro pianto.

Ora riposo nella mia amata Bangkok.

Grazie ancora a tutti voi per essere con me.

Nir